Modi di dire
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Modi di dire
Posso aprire una rubrica sui modi di dire in italiano?
magari qualcun'altro lo potrà fare per l'inglese.
Vorrei aprire con:
mangiare a ufo
ad usum fabricae (in sigla A.U.F.) contrassegnava nell'antichità, durante il loro trasporto mediante carri o barconi risalenti fiumi, i materiali destinati alla costruzione delle maggiori cattedrali italiane, quali il duomo di Milano, San Pietro a Roma, ecc.
Il significato dell'iscrizione era gratuitamente, senza pagare, poiché tali materiali - in virtù della loro destinazione - erano liberi da ogni dazio o gabella.
E' da questo modo di dire che deriva "mangiare ad ufo" cioè mangiare senza pagare, senza lavorare, senza esserselo guadagnato,a sbafo, e per estensione ottenenere qualcosa senza aver mosso un dito, non preoccuparsi del proprio sostentamento perchè c'è qualcun'altro che provvede.
magari qualcun'altro lo potrà fare per l'inglese.
Vorrei aprire con:
mangiare a ufo
ad usum fabricae (in sigla A.U.F.) contrassegnava nell'antichità, durante il loro trasporto mediante carri o barconi risalenti fiumi, i materiali destinati alla costruzione delle maggiori cattedrali italiane, quali il duomo di Milano, San Pietro a Roma, ecc.
Il significato dell'iscrizione era gratuitamente, senza pagare, poiché tali materiali - in virtù della loro destinazione - erano liberi da ogni dazio o gabella.
E' da questo modo di dire che deriva "mangiare ad ufo" cioè mangiare senza pagare, senza lavorare, senza esserselo guadagnato,a sbafo, e per estensione ottenenere qualcosa senza aver mosso un dito, non preoccuparsi del proprio sostentamento perchè c'è qualcun'altro che provvede.
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E' un po' diverso
Grazie Roby, ma io propongo dei modi di dire tutti italiani ( che derivano dai vari dialetti) e i primi che mi vengono in mente sono:
mangiare a ufo,
- andare in tilt,
lotta senza quartiere,
aspetta a cantar vittoria,
non dire gatto se non c'è l'hai nel sacco,
all'acqua di rose
alzarsi con il piede sinistro
ambasciator non porta pena
andar come l'asino alla lira
cospargersi il capo di cenere
andare a Canossa
aspettare al varco
avere l'argento vivo addosso
fare l'avvocato del diavolo
dormire sugli allori
essere il capro espiatorio
essere della stessa risma
arrivano le tre grazie
essere l'amico del giaguaro
essere sotto le luci della ribalta
essere un voltagabbana
fare il portoghese
Anatema su di voi
Arlecchino servo di due padroni
l'abito non fa il monaco
l'amore non fa bollire la pentola
due cuori e una capanna
perdere la trebisonda
parlarsi addosso
prendere armi e bagagli
pigiati come sardine
scoprire gli altarini
restare come un'allocco
specchietto per le allodole
tornare con le pive nel sacco
che ovviamente devono essere spiegati uno per uno.....

Last edited by maresole on Sun Nov 18, 2007 5:02 pm, edited 1 time in total.
- polideuce
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al momento mi faccio carico del detto "Andare a Canossa" in fondo è storia avvenuta dalle mie parti e ho sempre avuto una certa ammirazione per Matilde di Canossa, la Grancontessa ("per grazia di Dio se ella è qualche cosa" come usava firmarsi).
"andare a Canossa"
letteralmente vuol dire "pentirsi di qualcosa, o umiliarsi per ottenere perdono" ma visto che ho sempre adorato la storia vi tedio con un po' di nozioni storiche (le metto dopo la spiegazione del detto così potete saltarle se vi annoiano)
L'episodio in questione si sviluppa all'interno della lotta per le investiture tra Papato e Impero e avviene a Canossa nel 1077.
I protagonisti sono:
Matilde di Canossa
Gregorio VII
Enrico IV
Nel Sacro Romano Impero, che all'epoca dei fatti comprendeva l'attuale Germania, l'Austria, e l'Italia settentrionale(per la nostra penisola il possesso era solo formale...ma questa è un'altra storia lunga e complessa) era ormai da tempo istituita la carica del Vescovo-Conte (questo avveniva solo nei territori sassoni dell'Impero, l'Italia faceva, ancora una volta, caso a sé) nelle cui mani si sommavano funzioni spirituali e politiche, questa commistione nasceva dall'esigenza degli Imperatori di ovviare al potere delle grandi famiglie feudali che ereditando i feudi arrivavano a governare ampi territori e non sempre riconoscevano l'autorità imperiale.
Il Vescovo-conte non poteva costituire una famiglia feudale, non potendosi sposare, e quindi il feudo non diventava ereditario e ritornava all'Imperatore.
L'Imperatore quindi aveva iniziato a nominare vescovi persone a lui vicine e poi li insigniva anche di poteri temporali, ma la nomina di un vescovo dipende dal Papa e il Vaticano, che all'epoca era detto Stati della Chiesa (e grosso modo comprendeva il Lazio, l'Umbria, l'Abruzzo e il Molise) non gradiva l'intromissione dell'Impero in materie che competevano la Chiesa.
Per qualche tempo ci saranno reciproche scomuniche e deposizioni, rapporti tesi, sino a giungere all'episodio di Canossa che fu preludio alla soluzione del problema avvenuto col trattato di Worms.
Era stato eletto papa Gregorio VII, che in precedenza aveva dato una mano a generare lo scisma con la chiesa ortodossa, un uomo molto energico, autore del "Dictatus Papae", che aveva intenzione di risolvere il problema delle investiture.
Forte del Dictatus scomunicò Enrico IV e sciolse i suoi sudditi dal vincolo di obbedienza dando ai principi tedeschi il pretesto per una rivolta; Enrico, sconfitto dai suoi vassalli, conserverà il trono, ma solo perché i principi tedeschi non erano riusciti a trovare un accordo sul successore, ma doveva chiedere scusa al Papa ed essere riammesso in seno alla Chiesa (in primo momento del confronto tra Enrico e Gregorio però vi furono delle trattative tra papato e impero perché al primo servivano le milizie imperiali contro i Normanni che reggevano il sud Italia).
Enrico decide di forzare la mano al Papa e di non aspettare l'incontro fissato ad Augusta col Pontefice.
L'imperatore cala in Italia e il Papa già in viaggio per la "Germania", spaventato dalla notizia dell'arrivo dell'imperatore, si rifugia a Canossa ospite di Matilde di Canossa (che controllava la Toscana, l'Emilia Romagna, buona parte di Lombardia e Veneto), potentissa feudataria, e cugina, dell'imperatore ma fedele alla causa della Chiesa.
IL castello di Canossa è imprendibile e temendo il peggio la Grancontessa, ovvero Matilde, si prepara a un lungo assedio, ma Enrico arriva come supplice e attendendo in inverno, la leggenda vuole vestito di sacco e a piedi nudi, all'esterno; era inverno e nell'appenino reggiano c'era molto freddo.
Dopo tre giorni il Papa, dietro pressioni di Matilde, acconsente a vedere Enrico; ma Canossa sarà una "vittoria di Pirro"(non una vittoria decisiva) e le parti si ritireranno e continueranno la lotta per le investiture sino al concordato di Worms del 1122 (i protagonisti di Canossa per questa data sono già morti...è stata una lunga lotta e le difese matlldiche hanno svolto un ruolo importantissimo, almeno sino a quando Matilde era in vita...ma anche questa è un'altra storia)
"andare a Canossa"
letteralmente vuol dire "pentirsi di qualcosa, o umiliarsi per ottenere perdono" ma visto che ho sempre adorato la storia vi tedio con un po' di nozioni storiche (le metto dopo la spiegazione del detto così potete saltarle se vi annoiano)
L'episodio in questione si sviluppa all'interno della lotta per le investiture tra Papato e Impero e avviene a Canossa nel 1077.
I protagonisti sono:
Matilde di Canossa
Gregorio VII
Enrico IV
Nel Sacro Romano Impero, che all'epoca dei fatti comprendeva l'attuale Germania, l'Austria, e l'Italia settentrionale(per la nostra penisola il possesso era solo formale...ma questa è un'altra storia lunga e complessa) era ormai da tempo istituita la carica del Vescovo-Conte (questo avveniva solo nei territori sassoni dell'Impero, l'Italia faceva, ancora una volta, caso a sé) nelle cui mani si sommavano funzioni spirituali e politiche, questa commistione nasceva dall'esigenza degli Imperatori di ovviare al potere delle grandi famiglie feudali che ereditando i feudi arrivavano a governare ampi territori e non sempre riconoscevano l'autorità imperiale.
Il Vescovo-conte non poteva costituire una famiglia feudale, non potendosi sposare, e quindi il feudo non diventava ereditario e ritornava all'Imperatore.
L'Imperatore quindi aveva iniziato a nominare vescovi persone a lui vicine e poi li insigniva anche di poteri temporali, ma la nomina di un vescovo dipende dal Papa e il Vaticano, che all'epoca era detto Stati della Chiesa (e grosso modo comprendeva il Lazio, l'Umbria, l'Abruzzo e il Molise) non gradiva l'intromissione dell'Impero in materie che competevano la Chiesa.
Per qualche tempo ci saranno reciproche scomuniche e deposizioni, rapporti tesi, sino a giungere all'episodio di Canossa che fu preludio alla soluzione del problema avvenuto col trattato di Worms.
Era stato eletto papa Gregorio VII, che in precedenza aveva dato una mano a generare lo scisma con la chiesa ortodossa, un uomo molto energico, autore del "Dictatus Papae", che aveva intenzione di risolvere il problema delle investiture.
Forte del Dictatus scomunicò Enrico IV e sciolse i suoi sudditi dal vincolo di obbedienza dando ai principi tedeschi il pretesto per una rivolta; Enrico, sconfitto dai suoi vassalli, conserverà il trono, ma solo perché i principi tedeschi non erano riusciti a trovare un accordo sul successore, ma doveva chiedere scusa al Papa ed essere riammesso in seno alla Chiesa (in primo momento del confronto tra Enrico e Gregorio però vi furono delle trattative tra papato e impero perché al primo servivano le milizie imperiali contro i Normanni che reggevano il sud Italia).
Enrico decide di forzare la mano al Papa e di non aspettare l'incontro fissato ad Augusta col Pontefice.
L'imperatore cala in Italia e il Papa già in viaggio per la "Germania", spaventato dalla notizia dell'arrivo dell'imperatore, si rifugia a Canossa ospite di Matilde di Canossa (che controllava la Toscana, l'Emilia Romagna, buona parte di Lombardia e Veneto), potentissa feudataria, e cugina, dell'imperatore ma fedele alla causa della Chiesa.
IL castello di Canossa è imprendibile e temendo il peggio la Grancontessa, ovvero Matilde, si prepara a un lungo assedio, ma Enrico arriva come supplice e attendendo in inverno, la leggenda vuole vestito di sacco e a piedi nudi, all'esterno; era inverno e nell'appenino reggiano c'era molto freddo.
Dopo tre giorni il Papa, dietro pressioni di Matilde, acconsente a vedere Enrico; ma Canossa sarà una "vittoria di Pirro"(non una vittoria decisiva) e le parti si ritireranno e continueranno la lotta per le investiture sino al concordato di Worms del 1122 (i protagonisti di Canossa per questa data sono già morti...è stata una lunga lotta e le difese matlldiche hanno svolto un ruolo importantissimo, almeno sino a quando Matilde era in vita...ma anche questa è un'altra storia)
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ancora "modi di dire"
Mangiare cavoli a merenda
cotto e mangiato
detto fatto
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare
indicare la luna e guardare il dito
la luna nel pozzo
far passare un cammello nella cruna di un ago
piatto ricco mi ci ficco
E' un bel quadro di lontananza
è bella ma non balla
cadere dalla padella nella brace
far buon viso a cattivo gioco
perdere la bussola
tirarsi la zappa sui piedi
e' un altro paio di maniche
a prescindere
a babbo moto
abbassare la cresta
navigare a vista
a dio piacendo
ad ogni morte di papa
ai posteri l'ardua sentenza
ad maiora
caput mundi
ale acta est
alla bersagliera
alla garibaldina
alla buona
alla romana
cascare a fagiolo
fare la principessa sul pisello
andare a gonfie vele
andare a letto con le galline
anni di piombo
E' una bufala
armbiamoci e partite
armata brancaleone
aspetta e spera
attaccare bottone
attaccarsi al tram
avremmo potuto stupirvi con effetti speciali
noi siamo scienza non fantascienza
Ho visto cose che voi umani
Baciamo le mani
bando alle ciancie
bastian contrario
cotto e mangiato
detto fatto
Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare
indicare la luna e guardare il dito
la luna nel pozzo
far passare un cammello nella cruna di un ago
piatto ricco mi ci ficco
E' un bel quadro di lontananza
è bella ma non balla
cadere dalla padella nella brace
far buon viso a cattivo gioco
perdere la bussola
tirarsi la zappa sui piedi
e' un altro paio di maniche
a prescindere
a babbo moto
abbassare la cresta
navigare a vista
a dio piacendo
ad ogni morte di papa
ai posteri l'ardua sentenza
ad maiora
caput mundi
ale acta est
alla bersagliera
alla garibaldina
alla buona
alla romana
cascare a fagiolo
fare la principessa sul pisello
andare a gonfie vele
andare a letto con le galline
anni di piombo
E' una bufala
armbiamoci e partite
armata brancaleone
aspetta e spera
attaccare bottone
attaccarsi al tram
avremmo potuto stupirvi con effetti speciali
noi siamo scienza non fantascienza
Ho visto cose che voi umani
Baciamo le mani
bando alle ciancie
bastian contrario
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Andare in tilt
Andare in tilt significa andare in confusione ed è una frase fatta nata in tempi relativamente recenti, quando cominciarono ad apparire in Italia i flipper. Questi antenati dei videogiochi venivano sollecitati con spinte nel tentativo di dare alla biglia un percorso diverso, ma reagivano a un eccesso di sollecitazioni andando appunto in tilt, ovvero non rispondendo più ai comandi e provocando la perdita della partita.
Si dice andare in tilt di una persona che perde la logica: sono in tilt indica una difficoltà o impasse. Anche un'oggetto va in tilt.
"Il mio frullatore è andato in tilt". Un buon sinonimo è "cortocircuito" o andare in panne .
Sono in panne; ho l'auto in panne;
Si dice andare in tilt di una persona che perde la logica: sono in tilt indica una difficoltà o impasse. Anche un'oggetto va in tilt.
"Il mio frullatore è andato in tilt". Un buon sinonimo è "cortocircuito" o andare in panne .
Sono in panne; ho l'auto in panne;
- polideuce
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un po' per semplificarci la vita metto un link a un sito dove sono raccolti, in ordine alfabetico, detti, proverbi e modi di dire italiani: http://www.alibrando.it/proverbi/index.php
il sito è ben fatto e solo in italiano...
il sito è ben fatto e solo in italiano...
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Re: Modi di dire
Ciao a tutti,
ecco a voi una lista che sembra quasi infinita di modi di dire.
it.wikiquote.org/wiki/Modi_di_dire_italiani
Saluti a tutti.
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